sindaco barcellona chiudere club cannabici

Il sindaco di Barcellona promette di chiudere l’80% dei club cannabici della città

  • Il Governo di Xavier Trias, l’attuale sindaco di Barcellona, ha appena presentato un piano urbanistico con il quale vuole ridurre da 123 a 11 i club cannabici della città. Lo fa a pochi giorni dalle elezioni e la sua decisione ha colto di sorpresa l’intero settore, anche se per fortuna deve aggirare ancora vari ostacoli. Nell’immediato, il 24 maggio scopriremo se il partito CiU vincerà di nuovo le elezioni. I sondaggi non gli sono favorevoli. 
sindaco barcellona chiudere club cannabici

In piena campagna elettorale, nello scorso 6 di maggio, la Commissione del Governo del Comune di Barcellona ha formalizzato l’approvazione iniziale di un piano urbanistico speciale con il quale si vuole chiudere gran parte dei club sociali di cannabis aperti nella capitale catalana. In questo modo, e in base alle prime stime, la città vedrà ridursi l’offerta di locali da 123 a 11 da qui al 2017. Tutto ciò avverrà se il CiU continuerà a stare al potere e se il suo progetto verrà approvato dall’assemblea plenaria.

Con l’approvazione iniziale di questo piano, secondo quanto spiegato alla Dinafem da Jaume Xaus, portavoce della Federazione delle Associazioni Cannabiche della Catalogna (CatFac), si vorrebbe anche prorogare di un anno la moratoria delle licenze, la cui fine era prevista per giugno, “quindi le associazioni senza di licenza o che non hanno ancora terminato le pratiche per averla continueranno a non poter aprire". 

Sembra che dopo la fase iniziale in cui sono stati aperti numerosi club, con ogni tipo di pratiche e mentalità, il futuro di questi ultimi passi attraverso un controllo maggiore e una regolamentazione che aiuterà ad eliminare le pratiche errate e l’affluenza di persone mosse esclusivamente dai propri interessi, e che non hanno interesse per le considerazioni di tipo sanitario, sociale o associativo. La speranza è che tutti quei club che cercano di agire nella più severa legalità trovino il proprio posto all’interno di una regolamentazione promossa e rispettata da tutte le parti coinvolte. 

Puoi continuare a leggere il post in inglese, qui.

19/05/2015

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