CBD y efecto séquito

Perché il CBD funziona meglio in combinazione con altri cannabinoidi?

  • Tra i numerosissimi composti presenti nella cannabis, il CBD è sicuramente quello a cui vengono attribuiti più benefici terapeutici. Eppure, esistono altre sostanze che, stando ai ricercatori, sarebbero altrettanto interessanti dal punto di vista medicinale.
  • Inoltre, sono sempre più numerosi i riscontri scientifici sull’esistenza dell’effetto entourage, teoria in base alla quale il beneficio per la salute della pianta aumenta quando i diversi composti sono in interazione.
  • Se le ricerche future dovessero ribadire questo paradigma, i paesi che consentono l’uso terapeutico della cannabis dovranno prenderne atto in modo che la normativa vada di pari passo con le evidenze scientifiche.
CBD y efecto séquito

Una delle particolarità della cannabis è l'elevato numero di composti chimici che la compongono. Oltre ai più comuni, tra cui il THC o il CBD, gli studi scientifici hanno permesso di individuare più di 70 fitocannabinoidi, sia in forma acida, sia in forma neutra, con capacità di produrre effetti sull'organismo, e dunque suscettibili di essere sfruttati dal punto di vista medicinale.

Nella realtà delle cose, però, la maggior parte delle persone ha presente soltanto i benefici terapeutici del cannabidioloCBD. Eppure, uno studio recente intitolato "Potential Clinical Benefits of CBD-Rich Cannabis Extracts Over Purified CBD in Treatment-Resistant Epilepsy: Observational Data Meta-analysis", condotto in Brasile nell'arco di quattro anni, ha dimostrato che la sostanza è più benefica ed efficace quando somministrata in combinazione con altri cannabinoidi.

Lo studio aveva come obiettivo quello di descrivere il modo in cui il CBD influisce su determinate forme di epilessia, e anche di provare se l'uso offre garanzie di sicurezza sufficienti. In base ai risultati, il CBD è in effetti una sostanza efficace per la cura del disturbo, in quanto riduce la frequenza delle convulsioni. Un miglioramento che si è verificato anche tra i pazienti affetti da forme di epilessia gravi e resistenti ad altre terapie.

Ma il risultato più interessante è un altro: mentre il 61% dei pazienti trattati con estratto di CBD hanno avvertito un miglioramento, nei pazienti trattai con CBD purificato (cioè senza tracce di nessun'altra sostanza) l'evoluzione positiva si è registrata soltanto nel 39% dei casi.

Tricomas de cannabis

Il 61% dei pazienti trattati con estratto di CBD hanno avvertito un miglioramento. Nei pazienti trattati con CBD purificato, invece, l'evoluzione positiva si è registrata soltanto nel 39% dei casi.

Il team conclude dunque che gli estratti ricchi di CBD sembrano presentare un profilo terapeutico migliore rispetto al CBD purificato, almeno nel caso dei pazienti affetti da epilessia refrattaria coinvolti nella ricerca. A quanto pare, la differenza è dovuta agli effetti sinergici del CDB con altri fitocomposti, ipotesi comunque da confermare da ulteriori studi clinici controllati. L'estratto di CBD può presentare THC o cannabinolo (CBN), tra gli altri composti, il che potrebbe rafforzare l'efficacia terapeutica del CBD.

L'effetto entourage

La spiegazione combacia perfettamente con il principio dell'effetto entourage, tesi propugnata dai sostenitori della marijuana medicinale in base alla quale i cannabinoidi contenuti nella pianta lavorano insieme al fine di produrre l'effetto ideale sull'organismo umano. Il termine è stato coniato dal ricercatore israeliano Raphael Mechoulam nel 1999, il quale voleva evocare l'idea che i composti secondari della cannabis potenziano gli effetti positivi del THC contribuendo alla riduzione dell'ansia da psicoattività.

I paesi che hanno legalizzato l'uso medicinale della cannabis, o che sono comunque in transizione verso l'approvazione, hanno dato il via libera a prodotti a base di oli ad alto contenuto di cannabidiolo (CBD), ma il THC rimane una sostanza censurabile a causa del suo lato psicoattivo, quello che provoca il senso di euforia nei consumatori. È per questo che i prodotti terapeutici non contengono THC, una dissociazione che però non è stata ben accolta da alcuni ricercatori, i quali ci tengono ad evidenziare che l'utilizzo isolato del CBD limita i potenziali benefici terapeutici della sostanza.

La chiave sta nella combinazione tra più elementi, i quali hanno effetti diversi in base alla persona.

Nel 2010, il neurologo statunitense Ethan B. Russo presentava lo studio "Taming THC: potential cannabis synergy and phytocannabinoid-terpenoid entourage effects", nel quale spiegava che l'effetto entourage è positivo per la cura di alcuni disturbi, tra cui il dolore, l'infiammazione, la depressione, l'ansia, alcune dipendenze, l'epilessia, i tumori e le infezioni fungine e di altro tipo. Lo studioso rilevava anche il modo in cui ognuno dei composti presenti nella cannabis (cannabinoidi, chetoni, esteri, lattoni, alcoli, acidi grassi, steroidi e terpeni) agisce nel corpo umano e come, in molti casi, sono appunto le diverse interazioni tra di loro a generare gli effetti più benefici.

Proprio per questo, quando una sostanza chimica della cannabis viene separata dal resto dei componenti presenti nella pianta, come nel caso del farmaco dronabinolo (un tipo di marijuana liquida sintetizzata in laboratorio a partire dal principale ingrediente della pianta, il tetraidrocannabinolo), l'effetto medico è diverso e spesso, più debole. Fra l'altro, molti pazienti preferiscono sperimentare con l'intero spettro di effetti della pianta, dal momento che chi ne fa ricorso spesso soffre di un ampio ventaglio di sintomi. In ogni caso, quello di Russo non è l'unico studio a dimostrare che gli effetti dei cannabinoidi vengono aumentati o ridotti in base a composti secondari quali i terpeni. Basta infatti una piccola quantità di queste sostanze fragranti responsabili dell'odore della marijuana per notare la differenza.

Aceite de cbd

L'interazione con i terpeni

terpeni sono dei composti organici aromatici e volatili costituiti da diverse unità di un idrocarburo da cinque atomi noto come isoprene. Una delle caratteristiche più salienti è la loro tendenza all'evaporazione, il che li rende facilmente percepibili dall'olfatto, essendo consigliati da alcuni ricercatori per attività terapeutiche quali l'aromaterapia.

Gli effetti dei cannabinoidi vengono aumentati o ridotti i base a composti secondari quali i terpeni.

La cannabis contiene oltre 200 terpeni, ma soltanto alcuni sono presenti in quantità sufficienti da essere percepibili dall'essere umano. Dal punto di vista evolutivo, i terpeni hanno contribuito alla sopravvivenza della pianta in quanto fungono da repellenti di insetti e funghi. In più, sono i responsabili del caratteristico odore della pianta.

Il dott. Russo evidenziava nel suo articolo le numerose indicazioni terapeutiche dei terpeni e metteva in guardia sul fatto che la sostanza non è presente nei prodotti che contengono soltanto CBD, il che va a discapito dei pazienti, che vedono limitato il ventaglio di benefici del prodotto. Fra le altre proprietà, i terpeni bloccano alcuni recettori cannabinoidi del cervello, favorendo al contempo l'unione di altri. Dunque, oltre a presentare benefici terapeutici propri, queste molecole influenzerebbero il modo in cui il cervello processa il THC ed il CBD, mettendo in evidenza il nesso tra i terpeni e i cannabinoidi.

CBD y cannabinoides

I progressi nella ricerca sull'effetto combinato del CBD con altri composti appaiono evidenti, e lo studio del team brasiliano costituisce un ulteriore passo avanti verso la dimostrazione che l'efficacia terapeutica della cannabis aumenta nella misura in cui viene rispettata la sua configurazione naturale. I governi non possono voltare le spalle a questa realtà: se l'obiettivo è quello di progredire nell'uso medicinale della cannabis, sembra poco opportuno impuntarsi su una normativa che ostacola lo sviluppo dell'intero potenziale di questo tipo di farmaco, negando ai pazienti la possibilità di usufruire di terapie più efficaci.

07/11/2018

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