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Cannabis in Uruguay: tutto pronto per la vendita di marijuana nelle farmacie

  • Da questo aprile, le farmacie uruguaiane che lo desiderino potranno vendere la marijuana. Finisce così il periplo burocratico di più di tre anni che è andato a vantaggio soltanto delle reti illecite di traffico di cannabis.
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Se tutto si svolge come previsto, le farmacie uruguaiane che lo desiderino potranno vendere la marijuana da aprile di questo anno. Finirebbe così un lungo periplo cominciato nel 2013 con la legalizzazione del consumo e l'autocoltivazione. L'entità regolatrice del paese sudamericano e i punti vendita hanno già definito i particolari, compressi i prezzi di vendita al pubblico e un pulsante antipanico. Tuttavia, mentre la distribuzione totale non arriva, il traffico illegale della marijuana continua ad arricchire chi la commercializza alle spalle delle autorità.

Uno dei paesi pionieri nella regolazione della marijuana (l'Uruguay ne ha legalizzato il consumo e l'autocoltivazione alla fine del 2013) si trova di fronte ad un momento decisivo. Più di tre anni dopo l'approvazione al senato della Legge di Regolazione e Controllo della Cannabis, e dopo diversi ostacoli burocratici, sembrerebbe che da aprile di questo anno le farmacie potranno finalmente vendere la marijuana. Si aggiungerebbero così ai club di cannabis che si trovano sparsi per il paese e a quanti coltivano da casa, che attualmente rappresentano 6.235 coltivatori individuali e 38 club, i quali possono accettare un massimo di 45 integranti e coltivare fino a 99 piante.

Nel dicembre 2016, Tabaré Vázquez, presidente dell'Uruguay, ha annunciato che la vendita di cannabis nelle farmacie sarebbe stata rinviata un'altra volta, fino al 2017 in questo caso. All'inizio dell'anno, il Governo ha giustificato il ritardo in base a delle analisi chimiche che non erano state concluse. Settimane dopo, già a febbraio, Vázquez ha annunciato che "nel corso dell'anno, a metà anno, saremmo nelle condizioni di applicare la legge in pieno".

Un pulsante antipanico

Pochi giorni fa, il vicepresidente del Centro di Farmacie dell'Uruguay, Alejandro Antalich, ha dichiarato in un'intervista che le farmacie sono già pronte per cominciare con la vendita e che hanno perfino avviato un pulsante del panico. Questo protocollo di sicurezza, richiesto dagli stabilimenti per acconsentire alla vendita della cannabis, li metterà in contatto con i servizi di emergenza del Ministero degli Affari Interni e mirerà a tenere lontano i ladri e i narcotrafficanti che cerchino di appropriarsi del prodotto del locale. Quando attivato dal personale della farmacia, il segnale arriverà alla centrale della polizia e alle unità mobili vicine.

È da tempo che l'industria farmaceutica richiedeva un pulsante di questo genere, dato che i furti con violenza sono frequenti e ci sono timori per l'integrità fisica dei lavoratori. In questo senso, il progetto cannabico ne ha accelerato l'arrivo. Infatti, non sarà necessario vendere la marijuana perché sia installato senza alcun costo. Oltre a questo dispositivo, le farmacie saranno dotate anche di un scanner per impronte digitali per verificare l'identità degli utenti scritti e la quantità di marijuana che possono acquistare. 

Come spiega Antalich, le farmacie hanno anche chiesto che la vendita sia volontaria. Così, in base ai suoi dati, circa dieci stabilimenti di questo tipo venderanno la marijuana nel paese una volta l'Istituto di Regolazione e Controllo della Cannabis (IRCAA) avrà distribuito il registro di consumatori, i quali dovranno essere uruguaiani esclusivamente o residenti di lungo periodo per evitare il turismo cannabico . Il farmacista ha anche messo in questione i benefici della vendita a causa del prezzo fisso che avrà la marijuana e del obbligo dei clienti d'iscriversi all'IRCAA.

Nei primi mesi, l'IRCAA distribuirà soltanto una piccola quantità di marijuana per comprovarne l'accettazione. Le farmacie potranno accumulare fino a due kili di cannabis psicoattivo (non medico) e venderne 10 grammi settimanali e 40 grammi mensuali a persona. I rifornimenti arriveranno ogni 15 giorni. Due imprese, Iccorp y Symbiosis, stanno già producendo marijuana da somministrare alle farmacie non appena la vendita si sarà materializzata. A questo fine, hanno a loro disposizione dei terreni demaniali ubicati a 100 kilometri da Montevideo e protetti dalle forze di sicurezza nazionali. Per il momento, ogni impresa ha generato due tonnellate che dovrebbero bastare per il primo invio alle farmacie e che sono già state essiccate e conciate. Il prezzo al grammo sarà di 1,30 dollari (1,22 euro). 

Lotta contro il mercato nero

La vendita nelle farmacie porta con sé un passo avanti nella lotta contro i narcotrafficanti. Nonostante i club di fumatori e l'autocoltivazione medicinale siano già permessi, ancora sette su dieci consumatori di marijuana se ne approvvigionano nel mercato nero. Infatti, tra le diverse ragioni per la legislazione si trovano la lotta contro questa industria illegale, i cui utili annuali sono stimati tra i 30 e i 40 milioni di dollari (28,2 e 37,61 milioni di euro) e l'allontanare i consumatori dalle strade e i loro pericoli. Con una popolazione di 3,3 milioni di abitanti, i consumatori di cannabis nel paese si stimano tra i 135.000 e i 200.000. 

Il ritardo nella vendita legale fa sì che ancora molte persone si rivolgano al mercato nero. È per questo che alcuni esperti indipendenti affermano che una volta stabilita la vendita nelle farmacie ci sarà ancora una lunga strada da percorrere prima di raggiungere la sua totale eradicazione. "Il mercato legale si svilupperà gradualmente, ma intanto la domanda sarà ancora lì, e siccome il mercato legale non sarà in grado di soddisfarla, quello illegale rimarrà attivo", ha dichiarato Marcos Baudeán, professore all'Università ORT dell'Uruguay. 

Nei primi di marzo lo stesso direttore della Polizia Nazionale, Mario Layera, spiegava in un'intervista che il traffico non era calato: nel 2016 4,3 tonnellate di prodotto importato sono state sequestrate, un aumento significativo rispetto alle 2,5 del 2015. 

Gli altri fronti aperti

In attesa dell'annuncio ufficiale dell'inizio delle vendite, la marijuana non cessa di essere di attualità in Uruguay. Oltre alle informazioni fornite da Layera, L'Associazione per gli Studi della Cannabis dell'Uruguay (AECU) ha anche chiesto la regolazione degli alimentari con marijuana, psicoattiva o meno, così come la distribuzione di licenze per la commercializzazione della cannabis medicinale da esportare in paesi quali l'Italia, la Germania e il Canada, e per lo sviluppo di nuovi studi sulle sue proprietà terapeutiche. 

Nel fra tempo, il presidente del Comitato Nazionale per le Droghe del paese, Juan Andrés Roballo, ha difeso la politica uruguaiana davanti all'ONU e ha esortato l'organismo a cambiare il "paradigma proibizionista e repressivo" nei confronti della marijuana. L'ONU aveva già avvertito in un rapporto del 2016 che un mercato regolato della cannabis andrebbe contro i trattati di controllo delle droghe che l'Uruguay ha aderito e che si limitano "esclusivamente agli stupefacenti con fini medici e scientifici".

In questo modo, la piccola nazione si unisce ad altri paesi latinoamericani come la Colombia o il Messico che hanno anche approvato delle norme per la regolazione della cannabis e che hanno chiesto l'organismo sopranazionale mondiale di aggiornare la sua politica contro questo tipo di sostanze.

Alejandro Antalich, vicepresidente del Centro di Farmacie dell'Uruguay, crede che questo è il "punto di non ritorno" e che finalmente è giunto il momento in qui la marijuana comincerà a vendersi nelle farmacie uruguaiane. Sono stati molti gli annunci e le date, non ci resta che sperare quest'ultima sia la definitiva. Non vi è dubbio che i prossimi mesi saranno decisivi.

24/03/2017

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