associazioni cannabis spagna

Rapporto FAC: lo stato (d’assedio) alle associazioni della cannabis in Spagna

  • Nonostante alcune città spagnole abbiano già deciso di regolare la situazione dei club sociali di cannabis, queste associazioni, che sono circa un migliaio in Spagna, continuano a fare di tutto per mantenersi attive.
  • La causa legale aperta di recente contro un’associazione di Almería e il processo ai membri della storica associazione aragonese SECA sono solo due dei casi che provano quanta strada c’è ancora da fare.
  • Dalla Federazione delle Associazioni per la Cannabis ci spiegano i dettagli del panorama delle associazioni di cannabis in Spagna.
associazioni cannabis spagna

Alla fine del settembre scorso, il Comune di Bilbao ha approvato una proposta per la creazione di una norma di tipo urbanistico con cui regolamentare le associazioni dei consumatori di cannabis della città. L'iniziativa è andata in porto dopo che tutti i gruppi politici, eccetto il Partito Popolare, hanno dato la loro approvazione. Una volta redatta e approvata, la città si aggiungerà al ridotto numero di località che dispongono di questo tipo di normativa, tra le quali ci sono già Barcellona e San Sebastián.

Tuttavia questo non succede sempre, come dimostra il rifiuto del consiglio comunale di Málaga a una proposta simile alle precedenti. E servono anche da prova i processi che continuano a nascere, uno dopo l'altro, contro diversi gruppi.

All'inizio del mese, la Procura chiedeva sette anni di detenzione per un club di cannabis di Almería, con migliaia di membri iscritti, per "presunto crimine contro la salute pubblica e associazione illecita per vendita indiscriminata di marijuana, tramite una presunta forma associativa". E un po' più a nord, la Corte Penale di Zaragoza condannava nove membri della storica associazione aragonese SECA per narcotraffico. Anche se chiedevano una pena di due anni e mezzo di prigione per i due ex-presidenti e multe da 10.000 euro per il resto degli accusati, tutto si è ridotto a 75 giorni di lavori socialmente utili. A questo bisogna aggiungere le cause aperte l'anno scorso contro Three Monkeys (Barcellona), l'associazione di Studi e Utenti della Canapa Ebers (Bilbao) e Pannagh.

 "La realtà dei clud di cannabis non è cambiata molto rispetto alla situazione di partenza, più di dieci anni fa", denuncia David Rabe, segretario della Federazione delle Associazioni per la Cannabis (FAC), a Dinafem. Attualmente, "è molto difficile determinare quanti club funzionano in Spagna e con quali condizioni", avverte Rabe. Secondo le stime della federazione, la cifra sfiorerebbe il migliaio.

"Le sentenze del Tribunale Supremo hanno solo stabito alcuni criteri, per cui la gente deve capire, più che mai, che la nostra attività continua a non essere riconosciuta, non è regolamentata", indica il responsabile della FAC. In questo senso, la condanna dei responsabili del club Ebers, emessa dopo la considerazione di un espendiente della Procura da parte del Tribunale Supremo, ha introdotto il più grande cambiamento dei limiti legali imposti ai club, poiché prevede una revisione della cornice legale che riguarda le associazioni di cannabis in Spagna.

Quella sentenza stipulava nuove considerazioni sull'attività dei club sociali di cannabis o CBC: "la coltivazione e la distribuzione organizzata, istituzionalizzata e a lungo termine della cannabis tra un gruppo integrato di 290 persone, membri di un'associazione, rappresenta traffico di droga", definiva il testo. "Se lo scambio di cannabis si realizza tra le centinaia di persone che compongono un'associazione aperta a nuovi iscritti, allora rientra perfettamente in quello che il Codice Penale definisce crimine contro la salute pubblica o traffico di droga".

Il parere ha messo in evidenza che "non tutte le associazioni sono uguali", spiega Rabe, che ritiene necessaria questa distinzione. Mentre in alcuni casi si tratta di "club piccoli, chiusi, che garantiscono che il nucleo di attività è sotto controllo", altri CBC "non conoscono nemmeno il numero di iscritti", dice il segretario della FAC, o trasformano in un giro d'affari quello che dovrebbe essere un movimento in difesa dei diritti dei consumatori di cannabis. Questi ultimi danno un'immagine che "snatura del tutto lo spirito di coscienza sociale dal quale è nato il movimento associativo", avverte Rabe.

La negligenza politica e la mancanza di regolamentazione si sono tradotti in un aumento delle attività che attentano ai principi pilastro dell'attivismo per la cannabis. "Ci sono molte più piantagioni, più gente che coltiva e offre ad altre associazioni per vedere se ci guadagna qualcosa", spiega il responsabile della FAC. Altri, inoltre "si dedicano a introdursi nelle piantagioni delle associazioni e vendere poi il racconto agli stessi membri".

"Il movimento dei club si è esteso in modo incredibile, ma non per la via corretta", sostiene Rabe. Anche se ammette che una parte della colpa è da addossare alla società e allo stesso movimento per la cannabis perché "non abbiamo saputo dare a questa realtà gli argini di cui aveva bisogno", addita come responsabile principale della sitazione il Governo.

Nonostante i timidi passi osservati in alcune città, dove è stata approvata o si sta studianto una normativa che regolarizzi le attività delle associazioni e i club sociali di cannabis, questi gruppi continuano a essere perseguitati. "Quello che vogliono ottenere le sentenze è riuscire a intimidire i gruppi e i consumatori che vogliono normalizzare la loro condizione", dice Rabe, complicando ancora di più la situazione quando si tratta di associazioni o individui dalle attività totalmente trasparenti. "Non riusciamo a comprendere perché in alcuni casi non succede nulla e in altri sì", ammette il segretario della FAC.

Nonostante ciò, si osserva una tendenza che si ripete in molte cause: "Le udienze preliminari provinciali hanno automaticamente assolto alcuni club di cannabis che hanno avuto un qualche tipo di procedimento giudiziario", spiega Rabe. Ma dopo queste azioni, continuano comunque ad aprirsi nuovi procedimenti e si eseguono sequestri nelle coltivazioni, "la maggior parte delle volte sorti da un tentativo di furto e non da un'investigazione della polizia", avverte il responsabile della FAC. "I governi dovrebbero mettersi al lavoro vedendo che nonostante il divieto il problema non si sta risolvendo", aggiunge Rabe.

"Che se ne stia parlando è già un successo per noi", sottolinea Rabe. Adesso bisogna "passare dalle parole ai fatti", passo che in realtà livello politico costa molto.

Attualmente ci sono dei procedimenti aperti a Barcellona, nelle Baleari, a Madrid, a Valencia, a Castellón e in Galizia. Due esempi sono i recenti casi delle associazioni G13 e La Maca, nella Ciudad Condal, al quale alla fine è stato revocata la chiusura cautelare. "Nelle Baleari ci sono processi che coinvolgono alcuni dei club di cannabis più antichi, sono state sequestrate centinaia di piantine", afferma Rabe.

Per il segretario della FAC, il fatto che i responsabili del Governo di alcune città si siano messi d'accordo per discutere o approvare una normativa che riguardi le associazioni "è un passo molto importante". Ma approvare le iniziative "non vuol dire che si mettano in moto il giorno dopo": i termini associati a questi procedimenti sono lunghi e le lotte politiche stentano ad andare avanti, e quindi "i progressi sono lenti". Al momento gli accordi sono diventati solo moratorie per l'approvazione di permessi per nuovi club.

"Che se ne stia parlando è già un successo per noi", sottolinea Rabe. Adesso bisogna "passare dalle parole ai fatti", passo che in realtà livello politico costa molto. "Il tema della cannabis è molto delicato", avverte il responsabile della FAC. Spiega che si sono riuniti con diversi gruppi politici che, nonostante avergli dato il loro appoggio, "si rendono conto che è molto difficile fare comprendere l'iniziativa della legalizzazione del consumo di cannabis ai votanti", soprattutto davanti al panorama politico attuale e le reticenze di un "paese 100% conservatore". Come assicura Rabe, "c'è ancora tantissimo lavoro da fare".

13/10/2016

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