maria esce tv

La maria esce in tv (nonostante tutto)

  • Immagina che un giorno tu decida di aprire un’attività e che le leggi del tuo stato, del tuo paese, non ti permettano di promuoverla attraverso la radio, la televisione o internet, a meno che la maggior parte del pubblico non superi una certa età. Che faresti? Questa è la domanda che si stanno facendo ora le compagnie del Colorado che distribuiscono cannabis a scopo ricreativo. E ora che si fa?
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Ancora una volta, i buoni propositi di chi vorrebbe lasciarsi alle spalle le vecchie politiche proibizioniste si scontrano con altre legislazioni che non sono ancora state adattate al secolo in cui viviamo. L’avanzamento vertiginoso del settore della cannabis ha svelato le numerose questioni lasciate in sospeso dai politici, che non si sono resi conto del fatto che, una volta che ne è stato permesso l’uso a scopo medicinale e ricreativo, le regole del gioco dovevano cambiare. Perché non si tratta solo del fatto che un negozio possa vendere cannabis in modo totalmente legale, ma che possa farlo anche alle stesse condizioni che ha, ad esempio, la salumeria del quartiere.

Per questo, una volta eguagliate le forze tra coloro che vendono carne o pesce, o persino alcolici, negli stati di Colorado e Washington, sembra strano che coloro che possiedono un’attività che si basa sulla cannabis non possano pubblicizzarsi nei luoghi più comuni. Questo è quanto è stato denunciato da due pubblicazioni statunitensi il cui principale argomento è il mondo della marijuana. La rivista High Times e Westword, un tipo di pubblicazione alternativo, hanno presentato una richiesta al cospetto del giudice del distretto di Denver sostenendo che le regole sono “ingiustificatamente moleste” e violano i diritti di libertà d’espressione forgiati e garantiti dalla Costituzione statunitense.

(Puoi continuare a leggere il post in inglese, qui)

29/07/2014

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