Il Congresso degli Stati Uniti vota per proteggere la cannabis legale dall’intromissione federale

  • Secondo le disposizioni dell’emendamento, i soldi dei contribuenti non sarebbero mai più utilizzati per far rispettare le leggi federali sulla marijuana nel caso di attività ritenute legali dalle leggi statali, tribali oppure territoriali.
  • L’approvazione di questa misura sarebbe un enorme passo avanti verso il riconoscimento, da parte del governo federale, della cannabis come un’attività legale, il che permetterebbe alle aziende autorizzate in regioni limitate di prosperare all’interno dell’industria.

La Camera dei Rappresentanti degli USA ha votato, a fine luglio, a favore di un emendamento inteso a proteggere tutti i programmi di marijuana statali, territoriali e tribali dall'intromissione federale. Con questa misura, approvata nella votazione di 254-163, si eviterebbe che il Dipartimento di Giustizia usassi i propri fondi per ostacolare l'implementazione delle leggi per la legalizzazione della cannabis.

Si tratta di una misura di vasta portata mirata a impedire, tramite la DEA (l'amministrazione per il controllo delle droghe), che il governo federale possa interferire con i programmi statali medici e di uso ricreativo oppure indagare sulle persone e aziende che rispettino le leggi statali o tribali sulla marijuana.

L'adozione di quest'emendamento darebbe alle aziende di cannabis legali un po' di respiro mentre il Congresso lavora sul modo per porre fine alla proibizione federale, il che comporterebbe la rimozione della pianta dalla Tabella I delle "Controlled Substances Act".

L'emendamento, che fa parte del Disegno di Legge su Commercio, Giustizia e Scienza per l'anno 2021 (battezzata col nome Blumenauer-McClintock-Norton-Lee), evidenzia un forte supporto bipartisan alla riforma delle leggi sulla cannabis in quanto è stata presentata da rappresentanti sia del partito Democratico che del partito Repubblicano, col rappresentate democratico Earl Blumenauer dell'Oregon come figura chiave. Se approvata dal Senato, questa limitazione alle spese resterebbe in vigore nel corso del prossimo anno.

La votazione della Camera dei Rappresentanti coincide con la stragrande maggioranza dei cittadini statunitensi che si oppongono all'intromissione federale nei programmi di cannabis del paese. Adesso tocca al Senato fare ciò che è giusto, cioè assicurarsi che questo provvedimento venga incluso nella normativa sul bilancio finale in modo da permettere agli stati di continuare a farsi strada nella politica sulla marijuana senza l'interferenza federale. Infatti, l'anno scorso quest'emendamento fu approvato dalla Camera dei Rappresentanti, ma non riuscì a far parte della normativa sul bilancio finale a causa di certi tecnicismi.

Nello specifico, quella è stata la prima volta che la Camera ha approvato un emendamento inteso a proteggere le leggi statali sulla marijuana ricreativa, oltre a quella terapeutica, con un sostegno, in gran parte, bipartisan. A quel momento là, il programma di cannabis tribale fu approvato come un emendamento separato mentre questa volta tutto è integrato in un'unica proposta. Per questo e per altri ragioni, l'emendamento fu finalmente escluso dalla legislazione finale sottoscritta dal presidente.

"Questa è la votazione più importante sulla riforma della politica sulla marijuana tenuta quest'anno alla Camera dei Rappresentanti", ha detto Justin Strekal, direttore politico della Organizzazione Nazionale per la Riforma delle Leggi sulla Marijuana (NORML) in un comunicato stampa. "L'importanza di questa votazione bipartisan è massima. Pressoché uno su quattro statunitensi abita in una giurisdizione dove il consumo di marijuana è ritenuto legale dalle leggi statali. Mai prima nella storia moderna c'è stato un sostegno pubblico così grande alla fine delle proibizioni sulla marijuana. È arrivato il momento di far sentire la nostra voce nei corridoi del Congresso".

02/09/2020

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